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martedì 18 febbraio 2014

Cosa penso della politica dopo l'elezione di Renzi


1. L’Italia è una “repubblica parlamentare”, da ciò si deduce che i cittadini non votano chi sale al governo (presidente del consiglio e ministri) ma solo i parlamentari (nel caso della lista bloccata votiamo solo il partito). Smettetela quindi con frasi populisticamente create ad arte per cui presidente non eletto dal popolo non ha il diritto di governare!

2. Mi pare inutile continuare a dare discredito al fatto che Berlusconi partecipi attivamente alla vita politica italiana: un pregiudicato, certo, espulso dal senato, certo, ma ad ogni modo protagonista della vita politica italiana per vent’anni e a capo di un partito (FI) che è ancora uno dei più forti; inoltre ad essere condannato è stato l’imprenditore Berlusconi, non il politico, che rimane a mio avviso uno dei più navigati del panorama italiano (seppure non lo voterei per l’inclinazione a presentare continuamente becere leggi ad personam) e quindi per niente inutile a consultazioni extra-parlamentari.



3. Se non l’avete capito in passato a me il M5S non piace per niente, alcune idee potrebbero essere giuste (in ogni partito ci sono idee corrette, persino in FN alcune teorie erano corrette) ma il comportamento strafottente di alcuni membri tra cui il massimo leader Grillo che sembra considerare il parlamento come un circo ne mina l’autorevolezza e la credibilità; anche Di Battista non mi piace, affatto: la sua sterile retorica, il ripetere continuo e ossessivo di concetti anche scontati soprattutto modificandoli a piacimenti ed esprimendoli con parole forti e fuori luogo lo porta ad essere una sorta di paladino dell’antipolitica e l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno ora è che la gente si allontani dalla partecipazione civile; per finire, l’eminenza grigia Casaleggio mi incute timore poiché non ho ancora ben capito veramente quale sia il suo ruolo.


4. Vi sconvolgerò ma a me Renzi piace, e molto. Si capiva già da tempo che la sua scalata al potere avrebbe avuto successo ed infatti eccolo presidente del consiglio pronto a fare riforme importanti e indispensabili. Un volto fresco, giovane ma, a mio avviso, non per questo privo di esperienza; sono fiducioso che sia in grado d’attorniarsi di valenti collaboratori come segretari e ministri. Le sue riforme, almeno sulla carta, mi sembrano credibili ma tutto sta nella collaborazione delle opposizioni (l’abolizione del senato è la mia preferita). In definitiva, se avessimo potuto votare io Renzi l’avrei certamente votato.


5. Legge elettorale: in situazioni di caos politico sono sempre più convinto che la proporzionale sia inutile quanto controproducente (funzionava quando a giocarsi i seggi erano DC e PCI mentre il PSI restava sempre nell’angolino coalizzandosi di conseguenza con chi gli pareva potesse portargli più benefici); invece un maggioritario  è la cosa giusta, 37% come soglia mi pare credibile (forse l’avrei innalzata un poco, ma  poco poco), tetti minimi da raggiungere per entrare in parlamento sono i benvenuti il problema è sempre questo, invece: liste aperte o bloccate? Con le liste aperte decidiamo noi chi va in parlamento, si potrebbe favorire il clientelismo in alcune regioni ma perlomeno chi vuole farsi eleggere deve fare campagna elettorale, farsi vedere, parlare, proporre; con le liste chiuse ci affidiamo ciecamente a chi, del partito, sceglie i parlamentari col rischio che i seggi vadano a persone come la Minetti o Razzi (chi li voterebbe?); il pro è che snellisce tutto l’apparato burocratico e lo stato sborsa meno ai partiti visto che ancora non si è instaurata la prassi di ritornare al Paese i soldi delle campagne elettorali.

La Minetti e tutta la sua realpolitik
6. Epilogo. Il professor Kimura, docente di Politica Comparata all’università di Kobe, mi disse le testuali parole: “Ora che la politica italiana è un tale disastro con questo avvicendamento di primi ministri, sei forse l’unico, come italiano, in grado di capire la situazione politica giapponese degli ultimi anni”. Il Giappone ha cambiato 7 premier in 8 anni (Abe, Fukuda, Aso, Hatoyama, Kan, Noda e di nuovo Abe), l’Italia 4 in 4 anni. Il paese del Sol Levante ha trovato relativa stabilità nel 2012 quando è stato eletto mr. Abe e la sua Abenomics (deprezzamento yen, aumento delle esportazioni, ecc…) ma contornato da un becero nazionalismo che l’ha fortemente inimicato a paesi come la Cina (il quale rimane comunque uno dei maggiori partner commerciali) e la Corea del Sud. Abe sembra funzionare in Giappone, sono fiducioso che anche Renzi  possa portare stabilità al paese, possa portare riforme credibili ma credibilità anche da parte dell’Europa e soprattutto dell’America: Renzi è un piccolo Obama con il cuore a sinistra ma il culo decisamente a destra (e non è un male).