1. L’Italia è una “repubblica parlamentare”, da ciò si deduce che i cittadini non votano chi sale al governo (presidente del consiglio e ministri) ma solo i parlamentari (nel caso della lista bloccata votiamo solo il partito). Smettetela quindi con frasi populisticamente create ad arte per cui presidente non eletto dal popolo non ha il diritto di governare!
2. Mi pare
inutile continuare a dare discredito al fatto che Berlusconi partecipi
attivamente alla vita politica italiana: un pregiudicato, certo, espulso dal
senato, certo, ma ad ogni modo protagonista della vita politica italiana per
vent’anni e a capo di un partito (FI) che è ancora uno dei più forti; inoltre
ad essere condannato è stato l’imprenditore Berlusconi, non il politico, che
rimane a mio avviso uno dei più navigati del panorama italiano (seppure non lo
voterei per l’inclinazione a presentare continuamente becere leggi ad personam)
e quindi per niente inutile a consultazioni extra-parlamentari.
3. Se non l’avete
capito in passato a me il M5S non piace per niente, alcune idee potrebbero
essere giuste (in ogni partito ci sono idee corrette, persino in FN alcune
teorie erano corrette) ma il comportamento strafottente di alcuni membri tra
cui il massimo leader Grillo che sembra considerare il parlamento come un circo
ne mina l’autorevolezza e la credibilità; anche Di Battista non mi piace,
affatto: la sua sterile retorica, il ripetere continuo e ossessivo di concetti
anche scontati soprattutto modificandoli a piacimenti ed esprimendoli con
parole forti e fuori luogo lo porta ad essere una sorta di paladino dell’antipolitica
e l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno ora è che la gente si allontani dalla
partecipazione civile; per finire, l’eminenza grigia Casaleggio mi incute
timore poiché non ho ancora ben capito veramente quale sia il suo ruolo.
4. Vi
sconvolgerò ma a me Renzi piace, e molto. Si capiva già da tempo che la sua
scalata al potere avrebbe avuto successo ed infatti eccolo presidente del
consiglio pronto a fare riforme importanti e indispensabili. Un volto fresco,
giovane ma, a mio avviso, non per questo privo di esperienza; sono fiducioso
che sia in grado d’attorniarsi di valenti collaboratori come segretari e
ministri. Le sue riforme, almeno sulla carta, mi sembrano credibili ma tutto sta
nella collaborazione delle opposizioni (l’abolizione del senato è la mia
preferita). In definitiva, se avessimo potuto votare io Renzi l’avrei
certamente votato.
5. Legge elettorale: in situazioni di caos politico sono
sempre più convinto che la proporzionale sia inutile quanto controproducente (funzionava
quando a giocarsi i seggi erano DC e PCI mentre il PSI restava sempre nell’angolino
coalizzandosi di conseguenza con chi gli pareva potesse portargli più benefici);
invece un maggioritario è la cosa
giusta, 37% come soglia mi pare credibile (forse l’avrei innalzata un poco,
ma poco poco), tetti minimi da
raggiungere per entrare in parlamento sono i benvenuti il problema è sempre
questo, invece: liste aperte o bloccate? Con le liste aperte decidiamo noi chi
va in parlamento, si potrebbe favorire il clientelismo in alcune regioni ma
perlomeno chi vuole farsi eleggere deve fare campagna elettorale, farsi vedere,
parlare, proporre; con le liste chiuse ci affidiamo ciecamente a chi, del
partito, sceglie i parlamentari col rischio che i seggi vadano a persone come
la Minetti o Razzi (chi li voterebbe?); il pro è che snellisce tutto l’apparato
burocratico e lo stato sborsa meno ai partiti visto che ancora non si è
instaurata la prassi di ritornare al Paese i soldi delle campagne elettorali.
La Minetti e tutta la sua realpolitik |
6. Epilogo. Il professor Kimura, docente di Politica Comparata all’università
di Kobe, mi disse le testuali parole: “Ora che la politica italiana è un tale
disastro con questo avvicendamento di primi ministri, sei forse l’unico, come
italiano, in grado di capire la situazione politica giapponese degli ultimi
anni”. Il Giappone ha cambiato 7 premier in 8 anni (Abe, Fukuda, Aso, Hatoyama,
Kan, Noda e di nuovo Abe), l’Italia 4 in 4 anni. Il paese del Sol Levante ha
trovato relativa stabilità nel 2012 quando è stato eletto mr. Abe e la sua
Abenomics (deprezzamento yen, aumento delle esportazioni, ecc…) ma contornato da un
becero nazionalismo che l’ha fortemente inimicato a paesi come la Cina (il
quale rimane comunque uno dei maggiori partner commerciali) e la Corea del Sud.
Abe sembra funzionare in Giappone, sono fiducioso che anche Renzi possa portare stabilità al paese, possa
portare riforme credibili ma credibilità anche da parte dell’Europa e
soprattutto dell’America: Renzi è un piccolo Obama con il cuore a sinistra ma il
culo decisamente a destra (e non è un male).